Vasiliki Magga - La pittura come ascolto: tra mito, memoria e contemporaneità
di Francesca Callipari
Nata a Larissa, in Grecia, Vasiliki Magga, nel contesto contemporaneo, è un'artista solida e versatile, capace di esplorare linguaggi differenti con coerenza e apertura alla sperimentazione.

La sua ricerca pittorica si dispiega come un viaggio delicato e intenso, sospeso tra l'emozione profonda e la padronanza tecnica più raffinata. Articolata su tre grandi filoni tematici - la donna, la mitologia e la cultura pop in dialogo con la civiltà greca - la produzione di Vasiliki Magga invita ad una riflessione stratificata, offrendo allo spettatore una pluralità di letture e suggestioni.
Pur nella varietà dei temi affrontati, un unico filo conduttore attraversa tutti i suoi lavori: l'abilità di fondere corpo e spirito, forma e memoria, gesto e visione, con una sensibilità pittorica autentica. Il richiamo a grandi maestri come Klimt, Schiele o Hopper emerge, talvolta, quasi come un'eco naturale che arricchisce le atmosfere sospese e cariche di mistero delle sue composizioni.
Le figure femminili di Magga, spesso isolate e sospese, sembrano abitare territori di confine tra realtà e sogno. Un limbo visivo dove l'immagine diviene superficie d'ascolto e anche il silenzio diventa materia viva e compositiva.
Fondamentale è, altresì, la struttura cromatica: una tavolozza misurata e coerente, basata su contrasti calibrati tra toni caldi e freddi, declinata in campiture compatte o atmosfere monocrome che avvolgono la scena. La pennellata, fluida e a tratti incisiva, definisce con precisione i dettagli espressivi mantenendo sempre una libertà esecutiva che dona alle opere un senso di leggerezza e un fascino enigmatico. La luce, invece, si trasforma in questi dipinti in una presenza quasi metafisica, in grado di modellare lo spazio e l'interiorità dei soggetti, generando suggestioni profonde.
In diversi dipinti, si rileva una qualità plastica, quasi scultorea, che conferisce vigore strutturale alle figure, rendendole presenze tangibili, quasi carnali. Una corporeità mai autoreferenziale, ma sempre legata ad un'indagine sulla materia e ad un desiderio di rendere visibile ciò che è appena percepibile, come una lente d'ingrandimento sull'interiorità.


In altri lavori, invece, si coglie un'eco di classicità, che non si limita alla citazione nostalgica, palesandosi, piuttosto, come un gesto di continuità e trasformazione: un omaggio rielaborato alla propria terra e alle proprie radici culturali. I riferimenti all'antico vengono metabolizzati e restituiti attraverso uno sguardo contemporaneo, volto a fondere il mito con l'identità, la figura con il simbolo. A tale impianto formale si intreccia, poi, una sottile ma percettibile tensione di matrice bizantina, riscontrabile nella frontalità ieratica e nell'iconicità sospesa dei volti di alcune figure, dove si cela un'intensità vibrante e trattenuta, tesa ad oltrepassare la superficie e instaurare una comunicazione diretta con lo spettatore.
Ad ogni modo, il fulcro della ricerca di Magga rimane la figura umana, veicolo di archetipi e riflesso di una sensibilità profondamente individuale. Un percorso che non si esaurisce nella rappresentazione ma che si apre a una continua interrogazione sul senso del vedere, del ricordare e dell'essere. Nelle sue opere convivono l'intimità sospesa di atmosfere quotidiane e l'energia iconica del mito, la morbidezza della luce pittorica e la forza grafica del segno. E, pur nella varietà dei linguaggi, si delinea una visione solida e armonica, in cui l'arte si fa spazio di risonanze intime: un intreccio di memoria, identità e desiderio che dà vita a immagini emotivamente potenti.
Francesca Callipari
Critico d'arte e Art Curator
EN
Vasiliki Magga - Painting as a form of listening: between myth, memory, and the contemporary.
Born in Larissa (Greece), Vasiliki Magga is a solid and versatile artist in the contemporary landscape, capable of exploring different languages with both coherence and a willingness to experiment.

Her pictorial research unfolds as a delicate and intense journey, suspended between deep emotion and refined technical mastery. Structured around three major thematic currents — womanhood, mythology, and pop culture in dialogue with Greek civilization — Vasiliki Magga's artistic production invites layered reflection, offering the viewer a multiplicity of interpretations and impressions. Despite the variety of themes she addresses, a single thread runs through all her work: the ability to fuse body and spirit, form and memory, gesture and vision, with an authentic painterly sensitivity.
Echoes of great masters such as Klimt, Schiele, or Hopper sometimes emerge naturally, enriching the suspended, mysterious atmospheres of her compositions. Magga's female figures, often isolated and suspended, seem to inhabit a liminal space between reality and dream: a visual limbo where the image becomes a surface of listening, and even silence turns into a living, compositional substance.
Equally essential is her chromatic structure: a measured and coherent palette, based on calibrated contrasts between warm and cool tones, rendered in compact color fields or monochrome atmospheres that envelop the scene. Her brushwork, fluid and at times incisive, defines expressive details with precision while maintaining a freedom of execution that imparts a sense of lightness and enigmatic charm to the works. Light, in her paintings, takes on an almost metaphysical presence, capable of shaping both space and the inner world of her subjects, generating deep and lasting impressions.
In several of her paintings, there emerges a plastic, almost sculptural quality that gives the figures structural strength, making them tangible, almost fleshly presences. This corporeality is never selfreferential, but always tied to an exploration of matter and a desire to make visible what is barely perceptible—like a magnifying lens on the inner self. In other works, one senses an echo of classicism—not as mere nostalgic citation, but as a gesture of continuity and transformation: a reimagined homage to her homeland and cultural roots. References to antiquity are absorbed and reinterpreted through a contemporary lens, aiming to fuse myth with identity, and the figure with the symbol.
Interwoven with this formal structure is a subtle but perceptible Byzantine tension, evident in the hieratic frontality and suspended iconicity of some faces, where a restrained yet vibrant intensity seems to reach beyond the surface, establishing a direct connection with the viewer.
Ultimately, the core of Magga's artistic inquiry remains the human figure—both a vessel of archetypes and a reflection of deeply personal sensitivity. Her work does not end in representation, but opens onto a continual questioning of what it means to see, to remember, and to be. Within her canvases coexist the suspended intimacy of everyday atmospheres and the iconic energy of myth, the softness of painterly light and the graphic strength of line. Despite the variety of languages employed, a coherent and harmonious vision emerges, where art becomes a space of intimate resonances: an interweaving of memory, identity, and longing that gives rise to emotionally powerful images.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator