di Francesca Callipari

Il mondo dell'arte contemporanea è un universo ricco e articolato, popolato da una moltitudine di artisti che, con espressioni, tecniche e sensibilità differenti, arricchiscono il panorama culturale globale. Spesso, nelle mostre collettive, queste voci apparentemente distinte si incontrano e si intrecciano, dando vita a un tessuto di significati condivisi che supera la singola individualità. È proprio dall'unione di queste prospettive differenti che emergono messaggi più incisivi, capaci di raggiungere un pubblico ampio e diversificato, facendo dell'arte uno strumento di comunicazione universale e inclusivo.

Tra le molte voci che animano questo dialogo, alcune si distinguono per la capacità di utilizzare il colore non solo come elemento estetico, ma come vera e propria forza espressiva, capace di suscitare emozioni profonde e tensioni dinamiche. L'artista su cui ci concentriamo oggi è un esempio emblematico di questo approccio: attraverso un uso audace e calibrato del colore, costruisce un codice visivo coinvolgente e potente, che trasmette storie di vissuti interiori, trasformazione e memoria culturale.

Artista armena, Tatevik Gasparyan si distingue per la sua abilità nel coniugare, all'interno del proprio stile, un'intensa carica emotiva ed un'impianto cromatico vibrante. Pur generandosi da un'esigenza intima e personale, la sua pittura riesce a parlare un linguaggio universale, evidenziando la volontà dell'artista di trasformare le proprie esperienze interiori e il ricco bagaglio delle sue radici culturali in una forma visiva in continua evoluzione. Versatile, la sua narrazione, autentica e stratificata, riesce a mantenere integrità poetica anche quando si confronta con contesti più accessibili o commerciali. È un'artista profondamente curiosa, spinta da un'inesauribile propensione alla sperimentazione che la conduce ad esplorare soggetti e tematiche anche molto diversi tra loro. Che si tratti della figura umana, di animali simbolici o di elementi naturali come fiori o soggetti più astratti, ogni sua opera rivela un'indagine sincera e profonda.

Ciò che colpisce immediatamente nel suo approccio pittorico è l'uso deciso e coraggioso del colore: le tonalità accese, quasi incandescenti, diventano veicolo primario di emozione. Un impatto visivo importante che si intreccia con il contenuto simbolico delle sue composizioni, generando opere che oscillano tra la contemplazione e l'urgenza espressiva. Queste caratteristiche distintive si ritrovano in dipinti come Echoes of Nowhere, The Woman e The Boundless Horizon, dove emerge con chiarezza e forza l'eclettismo stilistico che permea l'intera ricerca artistica di Gasparyan.

Nelle prime due composizioni, l'attenzione si focalizza su un'analisi interiore dei soggetti raffigurati, resa attraverso un uso misurato ma audace di cromie dissonanti, capaci di costruire un dialogo articolato e radicato tra interiorità ed intelletto. Contrariamente, in The Boundless Horizon, l'artista sposta il centro della sua indagine verso una dimensione concettuale più marcata, in cui l'immagine, sorretta da un cromatismo di forte caratura espressiva, veicola con vigore un messaggio di rinascita e trasformazione. La figura mitologica della fenice si anima così sotto pennellate ardenti e dinamiche, divenendo emblema di rigenerazione personale quanto creativa.

The Woman, invece, realizzata su carta, testimonia la padronanza dell'artista nel muoversi con disinvoltura tra codici visivi eterogenei, fondendo elementi che richiamano l'ermetismo geometrico del Cubismo con l'eleganza stilizzata tipica di Modigliani, a conferma della sua capacità di sondare e reinterpretare forme e linguaggi diversi.

Francesca Callipari

Art critic and Art curator

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Tatevik Gasparyan - Where color's strength meets the soul's depth

The world of contemporary art is a rich and complex universe, inhabited by numerous artists who, through varied expressions, techniques, and sensibilities, enrich the global cultural landscape. Often, in group exhibitions, these seemingly distinct voices come together and intertwine, creating a fabric of shared meanings that transcends individual perspectives. It is precisely through the blending of these diverse viewpoints that more impactful messages arise—capable of reaching a wide and varied audience, making art a tool for universal and inclusive communication. 

Among the many voices fueling this dialogue, some stand out for their ability to use color not just as an aesthetic element but as a genuine expressive force, capable of evoking deep emotions and dynamic tension. The artist we focus on today is a striking example of this approach: through a bold yet measured use of color, she crafts an engaging and powerful visual code that conveys stories of inner experiences, transformation, and cultural memory.

Armenian artist Tatevik Gasparyan stands out for her ability to combine an intense emotional charge with a vibrant chromatic system within her own distinctive style.

Although rooted in a deeply intimate and personal need, her painting speaks a universal language, reflecting the artist's desire to transform her inner experiences and the rich heritage of her cultural roots into a constantly evolving visual form. 

Versatile and layered, her narrative remains authentic and poetic, even when presented in more accessible or commercial contexts. She is a profoundly curious artist, driven by an inexhaustible urge to experiment, which leads her to explore a wide range of subjects and themes.

Whether it is the human figure, symbolic animals, natural elements such as flowers, or more abstract motifs, each of her works reveals a sincere and profound investigation. What immediately strikes the viewer in her pictorial approach is her bold and confident use of color: bright, almost incandescent hues become the primary vehicle of emotion. This strong visual impact intertwines with the symbolic content of her compositions, generating works that oscillate between contemplation and expressive urgency.

These distinctive features can be found in paintings such as Echoes of Nowhere, The Woman, and The Boundless Horizon, where the stylistic eclecticism that permeates Gasparyan's entire artistic research clearly and powerfully emerges. In the first two compositions, the focus is placed on an introspective analysis of the depicted subjects, conveyed through a measured yet bold use of dissonant color schemes. These chromatic tensions create a layered and rooted dialogue between inner experience and intellect.

By contrast, in The Boundless Horizon, the artist shifts the core of her exploration toward a more pronounced conceptual dimension. Here, the image—supported by a highly expressive chromatic palette—strongly conveys a message of rebirth and transformation. The mythological figure of the phoenix comes to life through fiery, dynamic brushstrokes, becoming a symbol of both personal and creative regeneration. The Woman, on the other hand—executed on paper—demonstrates the artist's ability to move with ease among diverse visual codes. It merges elements reminiscent of the geometric hermeticism of Cubism with the stylized elegance typical of Modigliani, confirming her skill in probing and reinterpreting different forms and languages.

Francesca Callipari

Art critic and Art curator