Svetla Mandeva - Visioni sommerse: l’arte come poetica dell’inconscio
di Francesca Callipari
Artista bulgara, oggi residente nel Regno Unito, Svetla Mandeva affida al colore il nucleo espressivo del suo universo pittorico, utilizzando l'elemento cromatico come strumento vivo per dare forma a emozioni, intuizioni e memorie. Ne scaturisce una pittura distinta da una dimensione intima e percettiva, all'interno della quale il confine tra figura e astrazione muta in un ritmo visivo sensoriale e simbolico.

Con attenzione e sensibilità, l'artista calibra ogni dettaglio, coinvolgendo lo spettatore in una dimensione onirica. Attraversate da linee sinuose – dorate, argentee o variopinte – le sue opere sembrano evocare mappe misteriose, percorsi emotivi. Sono linee che non indicano una direzione, ma suggeriscono un altrove, invitando a perdersi tra i colori e le forme generate dalla fantasia dell'autrice. Tutto ciò è palpabile in dipinti come Seabed e Beyond Limits, dove le linee dorate disegnano traiettorie quasi ipnotiche, dando vita ad una sorta di tunnel visivo che attira e proietta all'interno del quadro.
Attraverso la presenza in primo piano di una conchiglia, Seabed ci porta ad immergerci in un universo liquido e contemplativo. Fragile e concreto, l'elemento marino si adagia nella composizione come una reliquia silenziosa, preziosa e immobile, in contrasto con il fluire dinamico dello sfondo. I colori – blu, verdi e gialli – scorrono come correnti, evocando la natura cangiante del fondale marino. Mandeva non si limita, però, alla descrizione di una realtà naturale: attraverso la sua opera propone una metafora dell'inconscio, di quello spazio sommerso in cui sedimentano ricordi, emozioni e visioni.
In perfetto equilibrio tra forma e fluido, tra materia e pensiero, il dipinto emana un'atmosfera silenziosa e quasi sacrale, in cui la conchiglia diventa punto di contatto tra il visibile e l'invisibile. Allo stesso modo, anche nell'altro dipinto si manifesta una tensione poetica tra realtà e sogno.
Come suggerito dal titolo - Beyond Limits - l'opera è un invito a superare i confini del reale per addentrarsi in uno spazio interiore, dove la percezione si fa più sottile e la realtà assume contorni mutevoli, più profondi. La figura del cavallo — archetipo di forza, libertà e slancio vitale — si impone con un'eleganza vigorosa su uno sfondo di forme, ancora una volta fluttuanti e irregolari.
I colori caldi, giocati su toni naturali e terrosi, richiamano un legame con la terra, mentre il cavallo sembra lanciarsi in un galoppo che va oltre il tempo, come una visione che arriva da lontano. Emerge con estrema chiarezza la capacità di Svetla Mandeva di coniugare sapientemente la concretezza del reale con l'irrequietezza dell'informe, generando un'armonia che è al tempo stesso visiva e interiore, materica e spirituale.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator
EN
Svetla Mandeva - Submerged visions: painting as a poetics of the unconscious
A Bulgarian artist now based in the United Kingdom, Svetla Mandeva entrusts color with the expressive core of her pictorial universe, using chromatic elements as living tools to give shape to emotions, intuitions, and memories. The result is a painting defined by an intimate and perceptive dimension, where the boundary between figuration and abstraction shifts into a visual rhythm that is both sensory and symbolic.

With care and sensitivity, the artist calibrates every detail, drawing the viewer into a dreamlike realm. Crossed by sinuous lines — golden, silver, or multicolored — her works seem to evoke mysterious maps, emotional pathways. These lines do not indicate a direction, but rather suggest an "elsewhere," inviting us to lose ourselves among the colors and shapes born of the artist's imagination. This is particularly evident in paintings such as Seabed and Beyond Limits, where golden lines trace almost hypnotic trajectories, creating a kind of visual tunnel that draws the gaze inward.
Through the foreground presence of a seashell, Seabed immerses us in a contemplative, liquid universe. Fragile yet tangible, the marine element rests in the composition like a silent relic — precious and immobile — in contrast to the dynamic flow of the background.
The colors — blues, greens, and yellows — move like currents, evoking the ever-changing nature of the ocean floor. Yet Mandeva's work goes beyond mere natural representation: she offers a metaphor for the unconscious, for that submerged space where memories, emotions, and visions settle. In perfect balance between form and fluidity, between matter and thought, the painting emanates a quiet, almost sacred atmosphere, in which the shell becomes a point of contact between the visible and the invisible.
Similarly, the other painting reveals a poetic tension between reality and dream.
As the title Beyond Limits suggests, the work is an invitation to transcend the boundaries of the real and enter an interior space, where perception becomes more subtle and reality takes on shifting, deeper contours. The figure of the horse — an archetype of strength, freedom, and vital impulse — stands out with vigorous elegance against a background of fluctuating, irregular forms.
Warm hues, rendered in earthy and natural tones, evoke a connection to the land, while the horse appears to leap into a gallop beyond time, like a vision arriving from afar. Svetla Mandeva's ability to skillfully merge the concreteness of reality with the restlessness of the formless emerges with striking clarity, generating a harmony that is at once visual and internal, material and spiritual.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator