“Si hic ascendit aqua, de caelo descendet”: a Ferentino grande risonanza alla mostra di strumenti meteorologici
di Francesco Spilabotte
Si è conclusa recentemente presso la Biblioteca comunale "A. Giorgi" di Ferentino una mostra di strumenti meteorologici dal titolo "Si hic ascendit aqua, de caelo descendet", previsione in latino presente su un antico barometro ad acqua.

L'iniziativa, organizzata dall'Ecomuseo Argil, con il patrocinio del Comune di Ferentino, ha offerto ai visitatori l'opportunità di osservare da vicino strumenti meteorologici originali, come barometri, igrometri, termometri, e di conoscerne l'evoluzione storica. La mostra ha permesso ai curatori Italo Biddittu (archeologo e scopritore del fossile umano noto come "Argil") e all'esperto Giorgio Minotti di offrire un'ampia panoramica relativa alla conoscenza, al funzionamento ed all'utilizzo di questi preziosi strumenti che nelle epoche passate hanno ricoperto ruoli importanti. Basti pensare ai viaggi marittimi ed a come siano stati essenziali per lo sviluppo, l'accuratezza e la diffusione di questi strumenti, così come anche nell'ambito dell'agricoltura per la previsione di fenomeni come siccità o grandinate.
La Mostra
Accanto ad ognuno degli strumenti in esposizione, sono state poste delle schede informative ed esplicative relative a ciascun apparecchio ed alla sua funzione.
Tra gli elementi di maggiore interesse, spiccano le schede divulgative dedicate a due figure ecclesiastiche che hanno contribuito considerevolmente allo sviluppo della scienza meteorologica in Italia: padre Angelo Secchi (1818-1878) e don Bernardo Paoloni (1881-1944). Per comprendere appieno il loro operato, occorre fare un salto indietro nel tempo. Ci troviamo nella seconda metà del XIX secolo quando padre Angelo Secchi, gesuita, astronomo e geodeta che tra il 1855 ed il 1865 ideò e perfezionò il prototipo più completo di stazione meteorologica: il meteorografo. Questo strumento, considerato "un capolavoro tecnologico" all'Esposizione Universale di Parigi del 1867, era in grado di misurare continuamente, simultaneamente e con precisione diversi parametri meteorologici trascritti con pennini meccanici su carta. L'apparecchio fu accolto con grande interesse da parte del governo francese e lo stesso Napoleone III in persona insignì padre Angelo Secchi della nomina a Ufficiale della Légion d'honneur (Legione d'Onore). A seguito del successo avuto, il meteorografo di padre Secchi fu acquistato nel 1869 dall'Osservatorio Astronomico di Palermo per poi essere trasferito un decennio più tardi nella sede distaccata per la meteorologia a Villa Valverde, dove rimase in funzione fino al 1924.
Questa strumentazione in sostanza costituisce una vera e propria opera d'arte ingegneristica meccanica, composta da diverse parti con funzioni specifiche: il barometrografo misurava la pressione atmosferica, l'anemometrografo indicava direzione e velocità del vento, il termografo la temperatura, lo psicrometro l'umidità ed infine il pluviometro la quantità di pioggia precipitata e l'ora esatta del fenomeno. Successivamente padre Francesco Denza, barnabita, astronomo e meteorologo, fondatore dell'Osservatorio Meteorologico a Moncalieri nel 1859, in qualità di istitutore della Società Meteorologica Italiana (S. M. I.), trasformò l'intuizione pionieristica di padre Secchi, ossia l'osservazione meteorologica automatica e telegrafica, in una vera e propria rete nazionale di stazioni osservative con oltre 300 osservatori in Italia. Don Bernardo Paoloni, benedettino e meteorologo ereditò in un certo senso questa rete unificata che gli permise di aggiornarla.
La prima Stazione Radiotelegrafica privata
Sebbene don Giuseppe Quandel fu colui che collocò e diresse la stazione meteorologica nel 1875 a Cassino, sarà proprio don Paoloni, suo successore, ad ampliarla all'interno dell'Abbazia arricchendola di nuove strumentazioni, come la sistemazione di una stazione aerologica, attraverso l'utilizzo di palloni aerostatici riempiti di idrogeno capaci di trasportare termometri e barometri a quote elevate misurando in questo modo le condizioni dell'atmosfera superiore essenziali per lo sviluppo dell'aeronautica e della meteorologia moderna. Inoltre, fu proprio grazie all'operato instancabile di don Paoloni che nel 1913, nell'Abbazia di Montecassino, sorse la prima Stazione Radiotelegrafica privata. Questa stazione venne rappresentata graficamente sul frontespizio de "La Meteorologia Pratica" da una vera e propria antenna filare aerea che permetteva di avere e trasmettere notizie meteorologiche da quasi tutto il mondo, di comunicare con i Principali Uffici di Meteorologia e persino di ricevere i radiotelegrammi meteorologici trasmessi due volte al giorno dalla Tour Eiffel di Parigi. Un raggiungimento assolutamente significativo ed avanguardistico per l'epoca, tenendo anche conto del fatto che alle soglie della I Guerra Mondiale l'Italia presentava una industrializzazione molto precaria e mal distribuita.

Nel 1920 don Paoloni trasformò il Bollettino Mensile dell'Osservatorio Meteorico-Geodinamico di Montecassino, da lui stesso fondato nel 1909, in "La Meteorologia Pratica", rivista bimestrale dell'Osservatorio di Montecassino, di Aeronautica, Agraria, Igienica, Marittima, Radiotelegrafica e di Sismologia. Questa rivista scientifica multidisciplinare dimostrava che il compito di don Paoloni non si limitava esclusivamente a registrare dati, bensì fungeva da laboratorio di ricerca integrato, pubblicando risultati che univano il cielo (Aerologia, Meteorologia) la terra (Sismologia, Agraria) e l'uomo (Igienica). A tal proposito don Paoloni nel 1930 fonderà il Servizio Meteorico Sanitario Italiano con il preciso intento di individuare ed al contempo analizzare i rapporti tra gli elementi patologici ed i fenomeni atmosferici, cercando così di conoscere e comprendere meglio lo sviluppo e l'origine di diverse patologie.

Padre Angelo Secchi e don Bernardo Paoloni
Padre Angelo Secchi e don Bernardo Paoloni sono stati senz'altro due personaggi illustri della storia, della nascita e dello sviluppo, mediante l'applicazione pratica e multidisciplinare, della scienza meteorologica in Italia. Questo inestimabile ed importante contributo scientifico e storico è stato celebrato attraverso la mostra, riscuotendo considerevoli consensi ed offrendo la possibilità ai visitatori di fare un viaggio immersivo nella storia e nell'evoluzione della scienza meteorologica, dalle prime registrazioni del meteorografo, all'avvento della radiotelegrafia e della meteorologia moderna. La mostra itinerante sarà esposta in altre sedi con date che saranno indicate volta per volta. Eventi sono previsti nei comuni dell'Ecomuseo Argil.