Radici e Visioni: intervista all'artista Blerina Muhaxheri in arte Blers Arts
20.06.2025
di Francesca Callipari

Artista albanese proveniente dal Kosovo, Blerina Muhaxheri si distingue per una pittura che fonde tradizione e innovazione. Cresciuta tra influenze culturali contrastanti, ha saputo trasformare la sua esperienza personale in un linguaggio visivo potente e universale, dove emozione, memoria e identità convivono in equilibrio vibrante. Dopo aver esposto in diversi contesti, sia locali che internazionali, Blerina si prepara ora a presentare una mini personale all'interno della Mostra Internazionale Essence, evento milanese che celebra l'arte contemporanea e la ricerca creativa. Un'occasione speciale per entrare nel suo mondo fatto di colore, ritmo interiore e simbolismi radicati nella tradizione balcanica, ma aperti al dialogo globale.
- Benvenuta Blerina in questo spazio dedicato agli artisti contemporanei. Il tuo stile unico combina elementi dell'espressionismo e dell'astrattismo moderno. Come sei arrivata a questa fusione e quali artisti o esperienze hanno maggiormente influenzato il tuo percorso creativo?
- Il mio stile è il risultato naturale di un dialogo interiore tra emozione e forma. L'espressionismo mi dà la libertà di esplorare i sentimenti umani più crudi, mentre l'astrazione moderna mi permette di staccarmi dal letterale e abbracciare un linguaggio più universale. Sono stata profondamente ispirata da artisti come Egon Schiele, per la sua intensità emotiva e Gerhard Richter, per la sua coraggiosa esplorazione di stili diversi. Le mie esperienze personali – crescere in Kosovo e trovarmi circondata da un panorama culturale ricco ma spesso turbolento – hanno profondamente plasmato il mio vocabolario visivo.

The mosaic elephant
- Quando crei un'opera, segui un piano ben definito oppure ti lasci guidare principalmente dall'istinto e dall'emozione del momento?
- Parto da una vaga idea emotiva o concettuale, ma raramente seguo un piano rigido. Il processo è profondamente intuitivo. Lascio che siano i colori, le forme e l'energia della tela a guidarmi. Ogni opera diventa una sorta di improvvisazione emotiva, dove l'istinto e il ritmo interiore prendono il sopravvento. Per me, l'arte significa essere pienamente presente nel momento e lasciare che il subconscio parli liberamente.
- La tua arte racconta molto della tua identità culturale e delle tue radici. Quanto è importante per te mantenere vivo questo legame nel tuo lavoro artistico?
- È fondamentale. La mia identità è una presenza costante nel mio lavoro, non solo nei temi che esploro, ma anche nei colori, nelle texture e nel simbolismo che utilizzo. Spesso attingo al folklore balcanico, a motivi tradizionali e a ricordi personali che riflettono lo spirito collettivo della mia cultura. L'arte diventa un ponte tra la mia eredità e un pubblico più ampio e internazionale.

Unity of icons
- Hai esposto le tue opere sia a livello locale che internazionale e ora avrai l'opportunità di presentarle a Milano. Come vivi il confronto con questi diversi contesti e cosa rappresenta per te questa nuova fase della tua carriera?
- Ogni contesto porta con sé la propria energia e le proprie sfide. Le mostre locali sono spesso più intime e cariche di emozioni, mentre quelle internazionali mi spingono a tradurre il mio messaggio attraverso le culture. Presentare il mio lavoro a Milano, una città con un tale patrimonio artistico, è sia un onore che un momento di crescita. Segna un nuovo passo nell'aprire la mia arte a un dialogo più ampio e allo scambio con altri creativi e collezionisti a livello globale.
- Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti o sogni nel mondo dell'arte? C'è un luogo o un evento in cui non hai ancora esposto ma che vorresti raggiungere?
- Il mio sogno è continuare ad ampliare la portata della mia arte senza mai comprometterne l'autenticità. Mi piacerebbe creare installazioni immersive che coinvolgano suono, movimento e partecipazione della comunità. Esporre alla Biennale di Venezia sarebbe un sogno che si avvera, sia per il prestigio che per l'opportunità di rappresentare la mia tradizione su un palcoscenico del genere. Spero anche di ispirare le giovani generazioni, soprattutto quelle dei Balcani, a far sentire la propria voce attraverso l'arte.
EN
Roots and Visions: Interview with the Artist Blerina Muhaxheri, aka Blers Arts
Albanian artist from Kosovo, Blerina Muhaxheri stands out for a painting style that blends tradition and innovation. Raised amid contrasting cultural influences, she has been able to transform her personal experience into a powerful and universal visual language, where emotion, memory, and identity coexist in vibrant balance. After exhibiting in various local and international contexts, Blerina is now preparing to present a solo mini-exhibition within the Essence International Exhibition, a Milan-based event celebrating contemporary art and creative research. This is a special opportunity to enter her world, made of color, inner rhythm, and symbolism rooted in Balkan tradition, yet open to global dialogue.

The spirit of tradition
- Welcome, Blerina, to this space dedicated to contemporary artists. Your unique style combines elements of expressionism and modern abstraction. How did you arrive at this fusion, and which artists or experiences have most influenced your creative journey?
- My style is the natural result of an inner dialogue between emotion and form. Expressionism gives me the freedom to explore the rawest human feelings, while modern abstraction allows me to detach from the literal and embrace a more universal language. I have been deeply inspired by artists like Egon Schiele, for his emotional intensity, and Gerhard Richter, for his courageous exploration of different styles. My personal experiences—growing up in Kosovo and being surrounded by a rich but often turbulent cultural landscape—have profoundly shaped my visual vocabulary.

Dance of the mountains
- When you create a work, do you follow a well-defined plan, or do you let yourself be guided mainly by instinct and the emotion of the moment?
- I start from a vague emotional or conceptual idea, but I rarely follow a rigid plan. The process is deeply intuitive. I let the colors, shapes, and energy of the canvas guide me. Each work becomes a kind of emotional improvisation, where instinct and inner rhythm take over. For me, art means being fully present in the moment and allowing the subconscious to speak freely.
- Your art tells a lot about your cultural identity and roots. How important is it for you to keep this connection alive in your artistic work?
- It is fundamental. My identity is a constant presence in my work, not only in the themes I explore but also in the colors, textures, and symbolism I use. I often draw from Balkan folklore, traditional motifs, and personal memories that reflect the collective spirit of my culture. Art becomes a bridge between my heritage and a broader, international audience.
- You have exhibited your works both locally and internationally, and now you will have the opportunity to present them in Milan. How do you experience the confrontation with these different contexts, and what does this new phase of your career represent for you?
- Each context brings its own energy and challenges. Local exhibitions are often more intimate and emotionally charged, while international ones push me to translate my message across cultures. Presenting my work in Milan, a city with such an artistic heritage, is both an honor and a moment of growth. It marks a new step in opening my art to a wider dialogue and exchange with other creatives and collectors globally.
- Looking to the future, what are your projects or dreams in the art world? Is there a place or event where you haven't exhibited yet but would like to reach?
- My dream is to continue expanding the reach of my art without ever compromising its authenticity. I would like to create immersive installations involving sound, movement, and community participation. Exhibiting at the Venice Biennale would be a dream come true, both for its prestige and the opportunity to represent my tradition on such a stage. I also hope to inspire younger generations, especially those from the Balkans, to make their voices heard through art.
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