Paola Arrigoni - La materia: strumento di conoscenza dell’essere e della natura circostante

16.09.2024

di Francesca Callipari

"L'arte nutre l'anima,coinvolge le emozioni e libera lo spirito e questo può incoraggiare le persone a fare qualcosa semplicemente perché vogliono farlo. L'arte può motivare tantissimo, poiché ci si riappropria, materialmente e simbolicamente, del diritto naturale di produrre un'impronta che nessun altro potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo la scintilla individuale della nostra umanità".
(
Bernie Warren)

Artista eclettica, in continua evoluzione, Paola Arrigoni è un vero e proprio vulcano di creatività ed emozioni. Partendo da una matrice astratto-materica, si muove verso il mondo dell'arte concettuale e installativa, compiendo un'elaborata ricerca delle forme e dei materiali, adoperando resine ed elementi naturali o di riciclo. 

Proprio l'utilizzo di questi ultimi rivela lo spessore del suo linguaggio filosofico e stilistico che nella tecnica dell'assemblage trova la matrice di quella potenza espressiva e comunicativa che contraddistingue le sue opere. La materia è il fil rouge della sua produzione. Piegata, avviluppata, debordante, deflagrante o altre volte armoniosamente fusa all'impianto cromatico sottostante, essa diventa lo strumento mediante il quale l'artista esprime le sue più profonde emozioni nei confronti della vita e della natura circostante. 

In molte opere Arrigoni richiama concetti volti a denunciare il degrado ambientale, mentre in altri lavori analizza l'essere umano nelle sue paure e nelle sue mancanze, nel suo rapporto con gli altri e l'ambiente, inducendo ad una riflessione e ad una presa di coscienza sulla capacità di ogni individuo di rendere il mondo un posto migliore.

Nell'opera "Amore finito" l'artista mostra pienamente la sua personalità brillante e audace. Reinterpretando in chiave ironica il celebre dipinto leonardesco, cela in questa installazione un significato più profondo sul tema dell'amore, attirando l'astante per l'aspetto giocoso derivante dall'inserimento di insoliti elementi, quali in primis il peluche che va a sostituire il più noto ermellino. La tematica amorosa viene analizzata evocando una dualità concettuale ed espressiva che porta a riflettere sulla sua complessità e capacità di trasformazione. Passando dalla tragicità della separazione e fine  di un amore, Arrigoni suggerisce al contempo la possibilità di una rinascita e dell'aprirsi di nuove opportunità, invitandoci ad accettare i cambiamenti nel corso del nostro percorso esistenziale, riuscendo a scorgere anche nelle difficoltà il seme di un nuovo inizio.

Francesca Callipari

Critico d'arte e curatore mostre

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