Nada Kelemenova - Presenze cromatiche, dall'astrazione intuitiva alla materia
di Francesca Callipari
Ci sono artisti che riescono, attraverso il colore e la materia, a creare universi che parlano direttamente ai sensi e all'interiorità di chi guarda. È questo il caso di Nada Kelemenova, che in ogni opera compone una geografia dell'anima, in cui il colore non è semplice pigmento, ma sostanza vivente, voce silenziosa...

Artista di origine ceca, Nada Kelemenova imprime nelle sue opere un segno autentico e inconfondibile, compiendo una raffinata sintesi tra astrazione ed espressionismo. Ogni suo dipinto è un universo pulsante, frutto di un dialogo intimo tra gesto e intuizione, tra controllo e abbandono. Il tratto è spesso libero, istintivo, talvolta impulsivo, ma mai casuale. Nasce da un'esigenza autentica, da una spinta interiore che guida la mano dell'artista in un movimento consapevole, capace di restituire intensità e presenza allo spazio pittorico.
Elemento cardine della ricerca di Kelemenova è però, il colore. Esso non rappresenta una semplice scelta estetica, ma si manifesta come sostanza viva, capace di trasformare lo spazio in percezione sensibile. È un colore che pulsa, che scorre, che si sovrappone in velature e strati, lasciando spesso affiorare la materia. Ne consegue un ritmo fluido, quasi corporeo, intuibile come una melodia silenziosa che attraversa la tela e risveglia i sensi. La pittura si fa così superficie viva da esplorare non soltanto attraverso lo sguardo ma con la parte piu intima di sé. Screpolature, rilievi, increspature tattili si intrecciano al colore, fino a far percepire la tela come una pelle viva — fragile e potente al tempo stesso — uno scrigno che custodisce il mistero della forma nel suo processo di metamorfosi.
È una sensazione che si avverte anche di fronte all'opera intitolata Avatar. Qui l'artista indaga le suggestioni sensoriali del colore e della forma, dando corpo a una visione sospesa tra presenza e dissoluzione. Il blu, dominante non si configura come mera scelta cromatica, rappresentando, piuttosto, uno spazio interiore, un luogo di ascolto e riflessione.
Una forma indefinita, al centro del dipinto, sembra emergere da una profondità liquida: una presenza transitoria, come suggerito dal titolo, che si manifesta per un istante, prima di dissolversi. Le pennellate si stratificano creando densità, tensione visiva e spessore. L'intensità del blu si anima di accenti cromatici improvvisi — verde, rosa, arancio — che interrompono la continuità del fondo, introducendo contrasti e generando ulteriori vibrazioni visive. Si tratta di una composizione che non segue uno schema rigido, ma si delinea secondo un equilibrio dinamico, dove ogni elemento trova il proprio posto. Un'opera che non vuol imporsi come narrazione, ma come esperienza percettiva, in cui l'attenzione è tesa su ciò che resta sospeso... un'apparizione ambigua che interpella lo sguardo, conducendolo oltre il visibile, verso una dimensione più intima e intuitiva.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator
EN
Nada Kelemenova - Chromatic presences, from intuitive abstraction to matter
There are artists who, through color and material, manage to create universes that speak directly to the senses and the inner world of the viewer. This is the case with Nada Kelemenova, who in every work composes a geography of the soul, where color is not merely pigment, but a living substance, a silent voice...
A Czech-born artist, Nada Kelemenova imprints her works with an authentic and unmistakable mark, achieving a refined synthesis between abstraction and expressionism. Each of her paintings is a pulsating universe, the result of an intimate dialogue between gesture and intuition, between control and surrender. Her stroke is often free, instinctive, sometimes impulsive, yet never random. It arises from a genuine need, an inner drive that guides the artist's hand in a conscious movement, capable of restoring intensity and presence to the pictorial space.
The cornerstone of Kelemenova's artistic exploration, however, is color. It is not merely an aesthetic choice, but manifests as a living substance, capable of transforming space into a sensitive perception. It is a color that pulses, that flows, that overlaps in glazes and layers, often allowing the material to emerge. The result is a fluid, almost corporeal rhythm, perceivable like a silent melody crossing the canvas and awakening the senses. Her painting thus becomes a living surface to be explored not only with the eyes, but with the most intimate part of oneself. Cracks, reliefs, tactile ripples intertwine with the color, making the canvas feel like living skin — fragile and powerful at once — a vessel that holds the mystery of form in its process of metamorphosis.
This sensation is also evoked in the work titled Avatar. Here, the artist explores the sensory allure of color and form, giving shape to a vision suspended between presence and dissolution. The dominant blue does not appear as a mere chromatic choice, but rather represents an inner space — a place of listening and reflection.
An undefined form at the center of the painting seems to emerge from a liquid depth: a transient presence, as suggested by the title, appearing for a moment before dissolving. The brushstrokes are layered, creating density, visual tension, and depth. The intensity of the blue is animated by sudden chromatic accents — green, pink, orange — that interrupt the continuity of the background, introducing contrast and generating further visual vibrations. This is a composition that does not follow a rigid scheme, but unfolds according to a dynamic balance, where each element finds its place. A work that does not seek to impose a narrative, but rather offers a perceptual experience, where the focus is drawn to what remains suspended… an ambiguous apparition that questions the gaze, leading it beyond the visible, toward a more intimate and intuitive dimension.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator