Memoria del vicolo

23.12.2020

Era uno scorcio di vicolo vissuto da bambina... un ricordo intenso che sfumava nel presente come quando al risveglio il reale prende per mano i sogni. Erano riverberi di bellezza e di semplicità fatta di sapori antichi, di danze di ombre di panni stesi ad asciugare, svolazzanti tra bagliori e brezze di serate calde estive. Erano schiamazzi di bambini gioiosi che giocavano col S.Siro davanti alla saracinesca del negozio chiuso per turno. Erano profumi salmastri lungo lastricati di pietra calcare di strette vie degradanti verso il porto, basolati consumati nel tempo dal passaggio di anime. E su quella panchina in ferro battuto si era consumato il suo primo gesto d'amore: un semplice bacio lieve sulle labbra che fermava e segnava il suo tempo... Per molti era la ragazza strana della bicicletta del vicolo, sempre assorta nei suoi pensieri e spesso silente. Era quella fanciulla che sorrideva da sola come stralunata... come se vivesse in un altro mondo ma quelle sensazioni non erano per lei meno vere dei luccichii delle nuove insegne al neon che svettavano goffe sopra i portali secolari del quartiere tra i mille localini e i cartelloni pubblicitari dagli improbabili colori di effimere promesse.


Giampiero Murgia

(dal libro "Solchi tra le dita")

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