Loredana Miolla - L’Arte tra sacro e profano, tra passato e presente

19.04.2024

di Francesca Callipari

Artista e restauratrice, Loredana Miolla si muove tra l'antichità e il contemporaneo. Con una propensione naturale alla ricerca e alla conoscenza, sfoggia uno stile raffinato e minuzioso, sapendo coniugare le tecniche pittoriche di un tempo ad una visione più "attuale", conferendo alle proprie immagini un impatto visuale ed emotivo incomparabile.

Dalle figure sacre, che si stagliano su fondo oro o su paesaggi accuratamente descritti, Miolla si muove con destrezza verso il genere del paesaggio o del ritratto, ricercando in ogni opera una dimensione borderline tra spiritualità e materialità. 

Statici ma al contempo fortemente espressivi i suoi personaggi, intrisi di vitalità e misticismo, si inseriscono in ambientazioni serrate e impenetrabili con la volontà di porsi rapidamente in comunicazione con l'astante, come dimostrano gli sguardi e le pose di alcuni santi.  In altre opere come "Il vento nuovo" ci addentriamo, invece, in una visione quasi furtiva che da subito ci pone in un atteggiamento silenzioso. 

I protagonisti del dipinto, un uomo ed una donna, collocati in uno scenario irreale che sembra fondersi indissolubilmente con la plasticità dei loro corpi, sono totalmente concentrati sul loro tenero momento. 

Rivolgono lo sguardo verso un altrove che possiamo solo immaginare, circondati da un alone di mistero. Operando ancora una volta una sintesi tra antico e moderno, l'artista decide di mostrarci parzialmente il volto dell'uomo, celando, invece, quello della figura femminile che rivolge le spalle all'osservatore, richiamando così tutta una serie di personaggi che hanno caratterizzato molte opere celebri della storia dell'arte dal medioevo al Novecento. 

I due corpi, intrecciati in un solido abbraccio, hanno una resa quasi scultorea, evidente soprattutto nelle pieghe dell'abito femminile che pur evocando il moto del vento suggeriscono l'idea di qualcosa di inamovibile.  Un'opera dal taglio quasi cinematografico che giunge come un'esaltazione dell'amore che perdura nel tempo perchè come affermava lo scrittore Henry van Dyke:

Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo rapido per chi teme, troppo lungo per chi soffre, troppo breve per chi gioisce... ma per chi ama il tempo è eternità.  


Francesca Callipari

Critico d'arte e curatore mostre

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