Le nuove frontiere del teatro: intervista all'attore, regista e autore Sandro Torella

08.02.2021

di Giampiero Murgia

Siamo fermamente convinti che in ogni epoca si abbiano a vivere fasi transitorie di difficoltà esistenziali in grado di tracciare profondamente l'animo umano in termini di privazioni o limitazioni, avversità e oscurantismi. Tutto ciò attiene ai cicli della storia ed è bene tenerli sempre presente perché ci insegnano a leggere il presente, ci aiutano ad interpretare il futuro ma, soprattutto, a capire che, ineluttabilmente, siano sempre le azioni e le inerzie del contingente a tracciare il cammino e cioè, cosa dover aspettarsi dietro l'angolo. Ed il valore che accumuna ogni popolo di ogni epoca è sempre il medesimo: il tempo. Poiché da come s'impiega il proprio tempo ne consegue la qualità del proprio futuro, crediamo che il modo migliore per affrontare questo lungo periodo di pandemia sia quello di impiegarlo utilmente per valorizzare la crescita culturale individuale, ricercando nuove modalità mediatiche in grado di favorire le occasioni d'incontro per l'approfondimento, il confronto e la divulgazione della conoscenza.

Da queste premesse è nata sia l'idea di dar vita ad una WebTV, I Love Italy TV&Gallery, finalizzata alla promozione dell'arte emergente, sia l'iniziativa di fondare un sito di diffusione informativa sull'arte e sulla cultura, in ottica d'integrazione dei media. Pensiamo di cogliere alcune affinità di pensiero e di desiderio di intrapresa culturale con le iniziative promosse da un brillante attore, regista e autore di teatro: Sandro Torella. Senza alcun dubbio, queste similitudini di approccio sono state tali da rappresentare le premesse per questo nostro fortunato incontro conoscitivo. 

Sandro Torella si è fatto apprezzare da un pubblico sempre più ampio anche attraverso le sue dirette sui social. Quest'ultime ci hanno permesso di scoprire le sue doti satirico-narrative applicate alla contemporaneità, rivelandosi argute, veraci e intelligenti. Sull'onda del successo mediatico gli è stata dedicata una rubrica settimanale, intitolata "A colpi di scena", che va in onda al giovedì sul canale YouTube di Radio Radio TV. Si tratta di appuntamenti che offrono l'occasione per approfondire le icone della storia del teatro, viste da un artista, un professionista in grado di suscitare interesse e passione nei telespettatori proprio per le sue modalità illustrative e conviviali. Queste modalità di approccio comunicazionale rendono leggera la fruizione dell'offerta culturale della trasmissione e brillante l'introduzione al mondo del teatro per i neofiti. Ciascuna puntata si rivela in grado di incuriosire e sensibilizzare il pubblico alla conoscenza e alla esplorazione dei trascorsi di illustri protagonisti della storia del grande Teatro quali Edoardo De Filippo, Petrolini, Totò, Stanislavskij, etc.  Tra gli interventi di Sandro Torella in "A colpi di scena" ci ha colpito particolarmente un passaggio in cui ci spiega, da dietro le quinte, la complessità del mercato dell'offerta teatrale: le gravi difficoltà indotte dal perpetrarsi della normativa governativa nel contrasto alla pandemia sono tali da comportare un rischio elevatissimo in ordine alla sopravvivenza delle compagnie teatrali. Il teatro risponde in modo diverso rispetto a qualsiasi altra forma di intrattenimento culturale: chiudere e riaprire un teatro non è come fare uno switch della corrente elettrica proprio perché l'affezione del pubblico, certamente non di massa, viene conquistata attraverso una frequentazione continuativa nel tempo. Da qui, la necessità/opportunità di ricercare nuove vie in modo da raggiungere il pubblico mantenendo vivo l'interesse anche a teatri chiusi. Da qui, l'idea progettuale di Sandro Torella di veicolare l'offerta teatrale nel web e cioè, realizzando spettacoli trasmessi in streaming mediante il ricorso ad una serie di accorgimenti tecnologici sia per gli allestimenti delle scene (come ad esempio, l'impiego del Green Screen) che per la fruizione del pubblico.

Incontriamolo attraverso una breve intervista rilasciata al giornale...

  • Ciao Sandro, benvenuto ad I Love Italy News - Arte e Cultura! Leggendo la tua biografia salta all'occhio che, pur coltivando la passione per l'arte teatrale, ti sia laureato in Economia e Commercio. Ci sorge spontanea una domanda: quale è stato il tuo percorso formativo in ambito artistico?
  • La domanda, in effetti, è pertinente. In realtà il teatro rappresenta una vocazione... una passione, una fiamma che si ha all'interno e che ti spinge a svolgere l'attività teatrale. E' un qualcosa che nasce da lontano, nasce da bambino... è qualcosa che nasce anche dalla necessità di sentirsi all'interno del gruppo, di sentirsi ascoltato, di sentirsi protagonista. Poi, pian piano evolve in un altro percorso, non per tutti ma per me è stato così, ossia, ho cominciato scrivendo per il cinema andando sui set cinematografici di Cinecittà a vedere pubblicità, film... per cui a capire come funzionava il cinema innanzitutto e poi sono arrivato al teatro. Ho conosciuto Franco Molè, che è stato il primo regista con cui ho fatto scuola ed ho incominciato a lavorare. Poi ho conosciuto Enzo Garinei, Luca Ronconi, Carlo Di Stefano: ho avuto tutta una serie di possibilità di carattere formativo, imparando la regia e l'"attorialità" da tutti i registi e attori con i quali andavo a confrontarmi e a lavorare. Questi grandi personaggi m'insegnavano a fare le cose nella modalità, diciamo, "all'italiana"... in quella modalità che noi definiamo ortodossa, dove il presupposto principe è la tecnica, la dizione, la capacità di stare sul palco. Ho conosciuto tutti quei registi "classici", Molè in particolare, che utilizzano gli attori come se fossero le pedine di una scacchiera, meccanismi di un orologio. Quindi, quel tipo di teatro... quel tipo di regia per poi apprendere altro nel tempo. Avendo, poi, iniziato il percorso del comico, sono stato costretto a confrontarmi con un pubblico diverso da quello del teatro, ovvero quello del locale, del pub, della piazza dove serve una interazione molto più naturale, molto più credibile, vera, rispetto alle attitudini, alle abitudini che abbiamo nel teatro classico italiano. E' così che ho scoperto poi i meccanismi della commedia dell'arte. E così, fino arrivare poi alla parte audiovisiva, al cinema dove il naturalismo vive ai massimi livelli... dove è necessario, cioè, riprodurre cosa succede nella vita senza curarsi dello sguardo indiscreto della macchina da presa. Ed ho conosciuto anche il metodo americano... attraverso insegnanti americani che abbiamo qui in Italia per poi andare in America a studiare e a tentare qualcosa nel teatro, nel Fringe Festival, nei locali a New York. Insomma, ho cercato di esplorare tutte le difficoltà ed ho capito negli anni che il lavoro dell'attore è un lavoro introspettivo, è una scoperta e non mera esecuzione. Questo è stato un po' il percorso.
  • Grazie a due tue opere come "Fanculo il PIL" e "Stand Up Comedy" hai avuto la possibilità di esibirti oltreoceano! Raccontaci le emozioni che hai vissuto e quali sono stati i riscontri del pubblico.
  • Lo spettacolo "Fanculo il PIL" (Fuck GDP), presentato a Los Angeles nel 2015, è stato un esperimento festivaliero. Era una situazione in cui cercavo di portare quel tipo di conoscenza e anche di comicità ma, soprattutto, l'argomento... in una dimensione diversa da quella italiana. Devo dire che in quel periodo, forse, mi aspettassi più riscontro sul piano dell'interesse: si sono divertiti, però... come capitava in Italia, le espressioni che coglievo erano del tipo "capisco l'argomento però non so dove vuoi andare a parare!". Probabilmente, rifarlo adesso sarebbe diverso perché ora in tutto il monto siamo più pronti a capire cosa dicessi, dove volevo andare... E cioè, che volevo andare dove siamo arrivati adesso! Per quanto riguarda lo "Stand Up Comedy", presentato nel 2014 a New York... è stata una esperienza bellissima, mi sono divertito davvero molto perché poi, lì vanno nei locali proprio divertirsi! E poi, questa cosa che l'italiano parla col corpo e con le mani, che racconta... lì mi sono davvero divertito! A parte recitare... tentare di far ridere in un'altra lingua ti costringe ad arrivare agli altri con tutto te stesso. Evidentemente muovi delle leve che non pensavi potessero esistere dentro di te: insomma, mi è piaciuto molto e lo rifarei volentieri.
  • Tra i tanti ruoli che ricopri in ambito teatrale sappiamo che sei anche un insegnante di recitazione. Ci è piaciuta molto una tua lezione trasmessa sul web. Che raccomandazioni senti di dover dare ai giovanissimi che si sentono attratti da questa arte e stanno decidendo di coltivare fattivamente questa passione?
  • Insegnare mi piace moltissimo. Anche quella... anzi, soprattutto quella è una vocazione: mi piace, mi emoziona perché è entrare in contatto con l'altro, è metterlo nella condizione di fare qualcosa di importante per sé. Spesso gli attori si ritrovano a fare gli insegnanti perché magari non c'è possibilità di fare altro. Nel caso mio, invece, è proprio qualcosa che mi appassiona tantissimo. E quello che direi ad un ragazzo, così come a persone meno giovani, che volessero intraprendere questo mestiere, è che possono incominciare perché i ruoli sono per qualsiasi età: è vero che il percorso formativo è meglio incominciarlo da giovani, però, non esiste un limite per imparare e questo è così in generale nella vita. Quello che potrei dire è che, innanzitutto, ciò che funziona, che prende il pubblico, è la credibilità dell'attore, l'essere se stessi, ciò che si vuole... prodursi all'esterno proprio in maniera totale, esprimersi proprio per quello che è il desiderio in quel momento. Poi, chiaramente, questa libertà espressiva va canalizzata in un sistema tecnico che permetta all'anima dell'individuo di esprimersi in maniera totale. Chiaramente, la tecnica è un supporto che permette di non avere vincoli/zone d'ombra e cioè, difficoltà che non ho superato da un punto di vista espressivo. La libertà espressiva è, dunque, possibile se abbiamo libertà di pensiero e, di conseguenza, di azione e anche capacità di agire... che diventa la tecnica. Quello che consiglio è esplorare il percorso artistico e poi, in seconda battuta, il mestiere che credo che in questo periodo stia cambiando. Il mestiere dell'attore come comunicatore lo sto vivendo anch'io: cambia l'audiovisivo con il web, cambia il teatro con quello che stiamo vivendo oggi (ne chiudono tanti), il rapporto tra le persone tende a cambiare anche in maniera forzata... di conseguenza, il ruolo dell'attore sul piano sociale può variare e allora, chi vorrà fare l'attore anche come mestiere dovrà adattarsi. Ecco che, allora, lavorare su di sé è... la chiave! Lo era prima, lo è adesso a maggior ragione perchè siamo, comunque, dei comunicatori. E nel mestiere, ora più che mai.
  • Siamo a conoscenza delle tue brillanti idee sul web e tra queste crediamo sia stata certamente innovativa quella dello spettacolo messo in onda dal titolo "Great reset". Puoi raccontarci le tue impressioni relativamente a questa esperienza?
  • Sto sperimentando molto sul web perché è la nuova tv. E' la nuova possibilità di esprimersi senza dover a tutti i costi contattare e chiedere di essere ascoltati come capitava prima: il web da la possibilità a chiunque di comunicare immediatamente secondo i propri criteri e magari anche in maniera efficace, senza dipendere da altri. Abbiamo la possibilità di esprimerci in maniera pressochè libera e, poi, di vedere come il pubblico reagisce. Questa è una grande opportunità: ognuno, potenzialmente, ha il suo canale. E anche se non dovesse essere il canale più importante del mondo, rappresenterà una zona nella quale potersi esprimere senza vincolo alcuno. Abbiamo la possibilità di sperimentare, sbagliare per poi correggere il tiro. Naturalmente, è una cosa che ho sperimentato su di me: l'ho fatto con i tutorial sulla pagina "Sandro Torella Acting Coatch", ovvero con i tutorial per la recitazione; l'ho fatto nell'altra pagina dove faccio i video di satira e, infine, in questo spettacolo ("Great reset") che è stato un primo esperimento per lavorare in digitale online attraverso il live in streaming. E' stato uno spettacolo "frontale", una specie di diretta fatta a teatro senza la presenza del pubblico in sala ma con il pubblico aldilà delle macchine da presa... una cosa simile allo spettacolo televisivo dove il montaggio è dato dalla regia dal vivo, fatta come si fa in televisione. Credo che sia un esperimento bello da riprovare, una nuova possibilità per vedere il teatro da casa. Pertanto, mi sto organizzando per fare una piattaforma autonoma sul mio sito per poter fare lo spettacolo in digitale dal vivo per gli spettatori a casa. Credo che possa essere una bella frontiera, una bella idea per il futuro: lo stiamo sperimentando! 
  • A presto Sandro, speriamo di incontrarti magari in uno dei prossimi Festival delle Arti di I Love Italy! E perché no, come Special Guest in qualità di innovatore dell'Arte Teatrale.

Diamo appuntamento ai nostri lettori alla puntata WebTv, a lui dedicata, che a breve sarà trasmessa su ILoveItaly TVGallery per poter apprezzare a viva voce l'intervista nella sua versione integrale.

Sandro Torella - Biografia: Nato nel 1975, Sandro Torella è attore, regista e autore satirico con esperienza ventennale. Laureato in Economia e Commercio, nel corso degli studi porta avanti in parallelo la passione per la recitazione e nel 2009 fonda il Teatro allo Scalo nel quartiere storico di San Lorenzo, dirigendo poi dal 2010 il Teatro Duse in Roma. Insegna recitazione sin dal 2003, dapprima come direttore del laboratorio teatrale della scuola media G. Messina di Roma e, in seguito, in qualità di docente sia in occasione di un master sulla formazione indetto da Cinecittà Holding sia presso il Teatro Duse di Roma. Ha preso parte a molte rappresentazioni teatrali tra le quali citiamo il "Bunga Bungalow" (2011), da lui scritto e diretto, "Stand up comedy" presentato al Broadway (New York, 2014) e "Fanculo il Pil"(2015), commedia da lui scritta, diretta e presentata sia in Italia che all'estero con grande riscontro del pubblico. Tra le esperienze cinematografiche e televisive ricordiamo la sua partecipazione alla serie tv di canale 5 "Il Bello delle donne 2" (2002), il film "Il permesso - 48 ore fuori" (2016) con la regia di Claudio Amendola e i film "Il Ribelle - journey of death" e "Il Ribelle 2" (2018/2019) con la regia di Mirko Alivernini dove ha ricoperto il ruolo di Sam, il protagonista. n suo recente cortometraggio, intitolato "Vittorio" (2019), gli è valsa la finale del Vertical Movie invitandoci a riflettere sul valore della memoria e dell'amore.

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