La guerra e il dramma umano: Triste presentimento di Gerolamo Induno
di Francesca Callipari
Lavorando in Pinacoteca di Brera mi trovo quasi quotidianamente ad osservare quest'opera e ogni giorno mi stupisco nel trovare ulteriori dettagli ed elementi che erano passati inosservati. I turisti si fermano a guardarla, sorpresi perché all'interno della scena vi è una riproduzione del bacio di Hayez o altre volte, soprattutto i più giovani, perché ricorda una posa a loro familiare, dando quasi la sensazione che la protagonista stringa tra le mani un moderno smartphone!
Si tratta, in realtà, di un piccolo capolavoro, un'opera dallo straordinario impatto emotivo. Basta soffermarsi ad osservarla per essere travolti dal medesimo stato d'animo della protagonista: un triste presentimento, la paura di perdere una persona amata, un dolore intenso, magistralmente espresso da Gerolamo Induno, pittore e patriota che ci presenta qui una donna vera ed il suo dramma.
Descrizione dell'opera
Seduta su un letto disfatto, in una stanza sporca e in disordine ove il tempo sembra essersi fermato, la giovane donna in camicia da notte osserva con estrema tristezza l'oggetto che stringe tra le mani (molto probabilmente il ritratto della persona amata). Raffigurata frontalmente, a piedi scalzi, con una posa che le conferisce anche una certa sensualità con la spalla sinistra leggermente scoperta, la donna è completamente assorta nei suoi pensieri, noncurante del caos che domina l'ambiente in cui ella si trova. I suoi abiti sono gettati un po' alla rinfusa sulla sedia alla sua sinistra mentre a terra troviamo gli stivaletti, un foglio stampato accartocciato (forse la pagina strappata di un libro), un libro che giace a terra aperto e capovolto ed un bauletto di legno scuro che si intravede sotto il letto.
Anche la luce del mattino, che entra leggera dalla finestra posizionata sulla destra, illuminando la stanza, sembra non voler disturbare quel momento di raccoglimento in cui dolore e speranza si fondono insieme; sentimenti qui tradotti dalle dita sottili che dolcemente accarezzano il ritratto dell'amato: un gesto sincero, vivo, reale... talvolta, ancora attuale!
Non è casuale la scelta dell'artista di adoperare per questa opera colori terrosi e poco brillanti. Sebbene le tonalità del dipinto siano calde, soprattutto nella descrizione degli elementi che compongono la stanza, la figura della donna viene realizzata, infatti, usando tonalità più fredde e chiare che aiutano a rimarcare la tensione emotiva che domina l'opera. Oltre alle doti tecniche evidenti dell'artista è da rilevare anche la straordinaria attenzione al dettaglio che egli mostra nel descrivere con accuratezza ogni particolare, dal pavimento in cotto al soffitto in legno, dal camino con la bacinella alla sedia con i vestiti, dalla cassettiera vicino alla finestra con splendidi brani di natura morta al copriletto splendidamente decorato.
Realizzato nel 1862 il dipinto è ricco di elementi, come se l'artista avesse voluto sparpagliare qua e là determinati oggetti per farci meglio comprendere la storia ed il contesto. Dietro la donna troviamo: una nicchia con il busto riconoscibile di Giuseppe Garibaldi; una riproduzione de "Il Bacio" di Francesco Hayez, che fu tra l'altro maestro di Gerolamo Induno e che rappresenta un'icona del periodo risorgimentale; un disegno raffigurante Pulcinella, volto a sottolineare il senso dell'unità d'Italia e, persino, l'illustrazione di una battaglia collocata sull'imposta della finestra con soldati dalle giubbe rosse. Tutti elementi inconfondibili che ci permettono di identificare la giovane come la donna di un patriota. A conferma di ciò il fatto che Gerolamo Induno ne eseguì una seconda versione nel 1871 intitolata "La fidanzata del Garibaldino", con lievi modifiche nel volto della giovane e in alcuni dettagli dell'arredamento.
Opere come questa sono state per lungo tempo considerate un genere artistico minore, ma fortunatamente negli ultimi decenni sono state ampiamente rivalutate dalla critica che ha riconosciuto ad esse la medesima dignità dell'opere di genere storico. "Triste presentimento", come altre opere di artisti patrioti del calibro di Gerolamo Induno, ci fa immergere completamente in questo dramma squisitamente umano nel quale, per svariate ragioni, soprattutto in quest'ultimo periodo possiamo in qualche modo rispecchiarci maggiormente.
La forza di questo dipinto risiede proprio nel fatto che esso ci permetta di avere un focus sulla nostra storia, mostrandoci quel lato della guerra che i libri di storia non raccontano: il dramma di chi rimaneva a casa (madri, mogli, figli, sorelle, fidanzate), il dramma di chi ogni giorno aspettava una notizia confortante. Donne che nel frattempo si prendevano cura degli altri, continuando a credere in quel tricolore che spesso si intravede nei dipinti del periodo risorgimentale o che, come in questo dipinto, è celato negli abiti poggiati sulla sedia che riprendono i colori del nostro tricolore. Sono dipinti che ci trasmettono, dunque, i valori del tempo, ponendo al centro di tutto l'essere umano e i suoi sentimenti con un ritmo narrativo lento e particolarmente descrittivo che ci dà un'atmosfera di quotidianità.
Gerolamo Induno, fratello di Domenico, altro importante pittore del tempo, fu un artista-soldato tra i più celebri che si contraddistinse proprio per le sue tematiche risorgimentali e per il carattere fortemente intimistico e realistico delle sue opere, unito ad un marcato gusto aneddotico e ad una vena malinconica che rappresenta, senza dubbio, il leit motif della sua pittura.
Molte opere da lui realizzate rimandano, ovviamente, ad esperienze personali. Egli, infatti, prese parte alle Cinque giornate di Milano, alla guerra di Crimea e alla Repubblica Romana del 1849, divenendo così, attraverso le sue opere pittoriche, un brillante cronista del suo tempo. Il suo scopo non era solo quello di documentare con l'enfasi gli avvenimenti sul campo di battaglia ma tutto ciò che ruotava intorno, inclusa la vita delle persone più umili e dei familiari dei soldati come lui.
Un dipinto che ci insegna tante cose... un dipinto che ci spinge a non "guardare" semplicemente un'opera ma a sentirla, immergendoci completamente dentro di essa, divenendo noi stessi i protagonisti di quei sentimenti, di quelle emozioni...