La bellezza di un brano senza tempo: Bohemian Rhapsody dei Queen, quando la musica è poesia...

30.12.2020

di Beniamina Callipari

"Is this the real life? Is this just fantasy?", chi di voi saprebbe riconoscere l'incipit di una delle più belle canzoni che siano mai state scritte nella storia della musica? Penso chiunque! Bohemian Rhapsody è proprio uno di quei capolavori di parole e note che mai nessuno si stancherà di ascoltare, una di quelle canzoni in grado di conferire l'eternità a chi ha avuto la maestria di scriverla, tale Freddie Mercury da Zanzibar, indiscusso e indimenticabile leader dei Queen.

Storia e genesi di un capolavoro immortale

"Is this the real life? Is this just fantasy?", chi di voi saprebbe riconoscere l'incipit di una delle più belle canzoni che siano mai state scritte nella storia della musica? Penso chiunque! Bohemian Rhapsody è proprio uno di quei capolavori di parole e note che mai nessuno si stancherà di ascoltare, una di quelle canzoni in grado di conferire l'eternità a chi ha avuto la maestria di scriverla, tale Freddie Mercury da Zanzibar, indiscusso e indimenticabile leader dei Queen.

Più di 40 anni fa nasceva dal genio senza tempo di Mercury quel concentrato di poesia ed armonia che tutti noi oggi conosciamo, un brano di circa 6 minuti, un po' troppo per i tempi del rock, tanto da destare la ritrosia di molte case discografiche nei confronti dell'incisione di una canzone così lunga e complessa nella sua orchestrazione. Freddie, però, non si arrese al primo rifiuto, non era nella sua indole arrendersi e così decise di farla ascoltare ad un suo amico dj, un certo Kenny Everett, che trasmise Bohemian Rhapsody alla radio 2 volte al giorno per ben 14 giorni di fila con un successo tale da convincere definitivamente i produttori a pubblicarla.

E così finalmente la canzone venne incisa ed inserita in uno degli album più straordinari della band inglese: "A night at the Opera", suscitando un enorme successo di pubblico che arriva fino ai giorni nostri, anche ora che Freddie Mercury se n'è andato da ormai 29 anni, continuando però a vivere in chi lo ascolta e lo ama ogni giorno di più.

Ancora oggi si rimane stregati dal fascino e dalla magia di questa canzone senza tempo, cercando di riscontrarvi significati ogni volta differenti: la religione, l'astronomia, l'omosessualità di Mercury, senza avere mai una risposta precisa. Lo stesso Brian May, artefice della composizione musicale insieme a Freddie, afferma di non sapere ancora oggi esattamente cosa la mente del cantautore avesse deciso di rappresentare.


Quel che è certo è che questo brano ha un potere talmente forte da condurci entro una dimensione atemporale e sconfinata dove non c'è spazio per le angosce ed i patemi della vita, ma solo per la sublimazione dell'anima, in un crescendo di emozioni multiformi che sembrano farci rinascere ad ogni ascolto. Non è un caso che innumerevoli artisti, soprattutto dopo la morte di Mercury, abbiano deciso di riproporre molte cover del brano in questione, quasi a voler esser sfiorati da quell'aura di eternità che questa canzone e chi l'ha ideata è riuscita a guadagnarsi.

Gli uomini passano, nella caducità dell'esistenza a cui siamo sottoposti, ma la musica, l'arte, la poesia, le canzoni, quelle no, vivranno in eterno nelle sensazioni e nei cuori di tutti quelli che verranno, di chi a distanza di tempo continuerà a leggere, ascoltare, osservare ed ancora saprà lasciarsi cogliere dalla bellezza delle proprie emozioni...

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