Giusy Foresta - La voce dell'anima, tra fragilità, autenticità e bellezza
di Francesca Callipari
"L'arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo".
Majakovskij
Giusy è quel che si puo definire una artista poliedrica, che spazia dalla pittura alla scultura, sperimentando materiali, generi e tecniche differenti, ma la parola poliedrica non basta a definire l'infinità di mondi che risiedono nel suo animo e che poi si riversano nelle sue opere.
E' un'artista che ama, dunque, la sperimentazione e pertanto non si accontenta di rimanere intrappolata tra le maglie di un rigoroso accademismo ma anzi reinterpreta le competenze acquisite durante gli anni della formazione finendo per fondere le sue conoscenze pittoriche a quelle scultore, creando uno stile unico, un suo personale linguaggio che pur nel passaggio da un genere all'altro le permette di mantenere viva e intatta la sua impronta.
Sicuramente, un leit motif della sua ricerca è il racconto dell'interiorità: l'artista dimostra nelle sue opere di saper leggere nelle profondità dell'animo umano, di riuscire a sondare le nostre emozioni, oltre che le proprie, dimostrando una notevole sensibilità artistica oltre che umana.
Il progetto presentato presso la Galleria Il Leone dal titolo "Fragili" nasce come lei stessa afferma da una lunga riflessione sulla condizione dell'uomo in generale e in particolare di quello contemporaneo. Quando parliamo di fragilità umana ci riferiamo in primis alla caducità dell'esistenza, a questo nostro destino mortale che difatti cerchiamo sempre piu di allontanare dai nostri pensieri... ma soffermarsi a riflettere su queste tematiche è forse un modo per amare e comprendere ancora di più la vita e ci permette di trovare, in qualche modo, risposte ulteriori alle tante domande che continuiamo inconsapevolmente a ricercare lungo questa esistenza.
Quello della fragilità umana è un tema molto presente nella storia dell'arte e molti sono gli artisti che l'hanno raffigurato nel corso dei secoli, ponendosi probabilmente gli stessi interrogativi che ancora oggi attanagliano i nostri animi. Sin dalle origini, l'uomo è posto dinanzi alla transitorietà della sua natura e all'ineluttabilità della morte contro la quale egli inizia a lottare, non nell'assurdo tentativo di sopprimerla quanto piuttosto nell'intento di esorcizzarla.
Tuttavia, a differenza dell'uomo del passato quello contemporaneo è senza dubbio il risultato di una società che ha lavorato, in particolar modo nel corso del xx secolo, ad una cancellazione dell'idea della morte e della nostre fragilità, generando e diffondendo l'idea di un uomo "eterno"; un uomo che può avere e fare tutto, concentrato sui beni materiali e un frenetico modus vivendi - fatto di lavoro e tempo che non è mai sufficiente, di progetti e sogni che rimandiamo al domani – E' un vivere con l'illusione in fondo di avere un tempo illimitato con tutte le conseguenze che poi si riflettono sul nostro animo.
Con questo progetto, Giusy Foresta compie però un ulteriore passo nell'analisi di questa grande tematica, spingendoci oltre quella concezione debole della fragilità, che dobbiano inesorabilmente accettare. L'artista si concentra per cosi dire su un'accezione piu positiva, piu poetica del termine "fragile".
I fragili sono quelli che cedono il loro vero essere dinanzi ad una società che ci vuole sempre belli, forti, vincenti; una societa che ci impone di seguire uno stesso copione, di indossare maschere che ci impediscono di vivere autenticamente e di seguire le nostre passioni. E' questa la situazione che contraddistinte la nostra societa e in tale condizione la stessa interazione e la comunicazione con l'altro e il mondo esterno diventano elementi che ci destabilizzano, perché ci portano a dover scegliere tra la nostra autenticità e l'apparire.
Ma esiste, come evidenzia Giusy, un'altra dimensione della fragilità ovvero la capacita di emozionarsi, la sensibilità, l'incontaminazione e in questa infinità di sfumature che caratterizzano la nostra anima si inserisce anche l'ispirazione, che si trasforma in forza creatrice.
L'artista fa inoltre un bellissimo parallelismo tra la fragilità umana e quella del vetro che è delicato e proprio per la sua natura va maneggiato con cura, ma che rimanda anche all'idea di una rottura che molto spesso puo essere necessaria, proprio perchè è un gesto che porta ad una liberazione. E se guardiamo il dipinto collegato a questo elemento vediamo proprio come Foresta abbia voluto rappresentare questo aspetto. Proprio attraverso quest'idea del vetro che va in frantumi riusciamo a vedere il volto di donna che era celato dietro di esso, quindi a scoprire la sua vera essenza.
Con il progetto "Fragili", possiamo dire di assistere ad una maturazione artistica di Giusy Foresta, che nelle opere relative a questa tematica sintetizza perfettamente tutti quegli ingredienti che hanno fin qui contraddistinto la sua produzione artistica: l'espressività, il tratto grafico incisivo e la dirompente capacità comunicativa, nonché la volumetria dei corpi e la forza vibrante del colore. Tutto si unisce ad un'analisi attenta e sensibile nei confronti di questo tema, del nostro rapporto con la caducità dell'esistenza e delle nostre fragilità.
In tal senso l'osservatore diventa protagonista inconsapevole di un processo riflessivo che si genera nel dialogo con le opere in mostra per proseguire nel nostro inconscio, dimostrando quanto l'arte possa riuscire a connettersi alla nostra parte più intima e celata. Per rendere ancora piu diretti e compresibili i suoi messaggi l'artista scegliere il genere del ritratto psicologico, servendo anche dell'elemento metaforico e decidendo di abbianare alcuni ritratti alla fotografia, rendendo il linguaggio piu vivo e attuale.
In altre opere l'artista confronta i suoi ritratti agli elementi naturali, che spesso ha richiamato anche in altri lavori, generando dei paralellismi tra le fragilità umane e le caratteristiche di determinati elementi naturali.
E' cosi che l'idea della terra diviene in un certo senso un esortazione a scavare dentro se stessi, a trovare la nostra vera natura per assumere la forma che ci appartiene, mentre l'acqua calma o turbolenta è l emblema della vita stessa, delle nostre emozioni, dell'energia che troviamo all'interno delle nostre vite.
La mostra Fragili si presenta dunque come un bellissimo viaggio all'interno dell'animo umano, un percorso a tappe scandito da riflessioni e che attraverso simbologie, elementi naturali e visivi fortemente attrattivi lascia un seme nella nostra mente volto a generare una piu ampia riflessione.
E' come se l'artista volesse condurci a scoprire noi stessi, accompagnandoci per mano attraverso la sua arte verso la scoperta e la liberazione del nostro vero essere che dobbiamo proteggere dalle interferenze esterne per non permettere che si disperda come piume nell'aria.
L'ultimo grande messaggio che questa mostra ci lascia è poi quello che si esplica attraverso l'installazione con gusci d uovo, dietro la quale si cela ovviamente una riflessione sulle fragilità dell'altro che dobbiamo imparare a riconoscere e rispettare, liberandoci dall'indifferenza a cui vorrebbe spingersi il mondo di oggi, prendedoci cura dell'altro, ritrovando la nostra umanità.
Proprio quest'ultimo messaggio è quello che forse piu di tutti racconta la sensibilità dell'artista che in questa installazione accoglie e ammonisce l'astante, invitando a collaborare alla generazione di un mondo migliore.
Francesca Callipari
Critico d'arte e curatore mostre