Dorota WB - L’arte come sperimentazione: dialoghi tra fragilità e trascendenza
di Francesca Callipari

Artista dalla grande forza espressiva e dal tratto deciso, Dorota WB si muove con padronanza e audacia nel campo delle tecniche miste, integrando fotografia, pittura e disegno digitale per dare vita ad un universo visivo intensamente emotivo. Le sue creazioni sono, a tutti gli effetti, visioni interiori che si manifestano attraverso un linguaggio artistico vibrante, dove il colore e la forma non sono semplici elementi compositivi, ma suggeriscono una dimensione di trascendenza e profondità psicologica.
Nell'opera Gaze III un'esplosione di rossi intensi invade la superficie con sprazzi di tonalità più fredde – blu cielo, turchese - che fanno da contrasto, svelando un volto frammentato. Il fulcro della composizione è rappresentato, però, dall'occhio scarno che contrastingue la figura: quasi scheletrico, emergente da un groviglio di linee e macchie di colore. Un occhio che seppur stilizzato, porta con sé una carica espressiva di vulnerabilità e forse un dolore latente. La restante parte del volto si presenta, invece, come una decostruzione di volumi e superfici. Le labbra, socchiuse come in un sussurro o in attesa di un respiro profondo, sono tracciate da una rete di linee nervose e segmenti cromatici che ne frammentano la forma. Le striature nere che attraversano la zona rossa superiore e il volto stesso, evocano uno stato di transizione o dissoluzione, simili a un velo che si sta lacerando.
Si tratta di un'opera che non dà risposte immediate, ma invita a immergersi nella condizione umana, esplorandone al contempo fragilità e forza interiore. In contrasto con la frammentazione di Gaze III, l'altra opera dal titolo The Gleam propone un profilo deciso e scultoreo, un'immagine quasi iconica di un volto che sembra emergere dall'ombra e proiettarsi verso una fonte di luce invisibile. Il colore dominante è un blu profondo, vibrante, che modella il volto e il collo, creando un effetto di chiaroscuro drammatico attraverso un'intricata rete di linee incrociate – eco evidente del disegno digitale.
La chioma, un'esplosione di rosso fuoco, contrasta vividamente con il blu del volto tracciato, simboleggiando forse passione ed energia. L'effetto è dinamico: si ha la sensazione di un volo... di un'energia che scaturisce dalla figura stessa. Una crepa orizzontale, nera e decisa, attraversa la sezione rossa superiore, introducendo un elemento di tensione o una metafora di frattura.
Il titolo The gleam (bagliore) potrebbe riferirsi alla luce che illumina il profilo, o forse a un'illuminazione interiore, una scintilla di consapevolezza e di speranza. Ad ogni modo, l'opera emana un senso di elevazione e trascendenza, un'aspirazione verso qualcosa di superiore; verso una connessione o un dialogo tra anime.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator
EN
Dorota WB – Art as Experimentation: Dialogues Between Fragility and Transcendence

An artist of great expressive power and a bold, confident touch, Dorota WB moves with mastery and audacity in the field of mixed media, integrating photography, painting, and digital drawing to create a deeply emotional visual universe. Her works are, in every sense, inner visions that take shape through a vibrant artistic language, where color and form are not merely compositional elements, but evoke a dimension of transcendence and psychological depth.
In the artwork Gaze III, an explosion of intense reds floods the surface, interspersed with flashes of cooler tones—sky blue, turquoise—that create contrast, revealing a fragmented face. The focal point of the composition, however, is the stark eye that distinguishes the figure: almost skeletal, emerging from a tangle of lines and color stains. Though stylized, the eye carries a powerful expressiveness—vulnerability, and perhaps a latent pain. The rest of the face appears instead as a deconstruction of volumes and surfaces. The lips, slightly parted as if whispering or awaiting a deep breath, are traced by a network of nervous lines and chromatic segments that fragment their form. The black streaks crossing the upper red area and the face itself evoke a state of transition or dissolution, like a veil being torn.
This is a work that offers no immediate answers, but rather invites immersion in the human condition, exploring both its fragility and inner strength. In contrast to the fragmentation of Gaze III, the other artwork, titled The Gleam, presents a defined and sculptural profile—an almost iconic image of a face emerging from the shadows and reaching toward an invisible source of light. The dominant color is a deep, vibrant blue that shapes the face and neck, creating a dramatic chiaroscuro effect through an intricate web of intersecting lines—an evident echo of digital drawing.
The hair, an explosion of fiery red, vividly contrasts with the traced blue of the face, perhaps symbolizing passion and energy. The effect is dynamic: there is a sense of flight… of energy emanating from the figure itself. A bold, horizontal black crack cuts across the upper red section, introducing an element of tension or a metaphor for fracture.
The title The Gleam could refer to the light illuminating the profile—or perhaps to an inner illumination, a spark of awareness and hope. In any case, the artwork radiates a sense of elevation and transcendence, an aspiration toward something higher; toward a connection or a dialogue between souls.
Francesca Callipari
Art critic and Art curator