Il verde come spazio e dimensione interiore

19.08.2023

di Carlotta Pardini

"Il verde come spazio e dimensione interiore, alito di tutto ciò che vive."

"Ho bisogno del verde, questo fine settimana farò un giro in collina o nel bosco". Persi nel traffico tra il lavoro e le attività frenetiche della città, il bisogno di immergersi nel verde nasce naturalmente dentro di noi. Guardare il sole mentre filtra tra le chiome degli alberi verdi lucenti è un toccasana per i nostri sensi, l'anima respira ed uno stato di rilassamento ci pervade. Vivendo nei ritmi serrati della città, correndo su strade grigie di cemento, il tempo ci può sfuggire e perdiamo inevitabilmente attimi di vita e sensibilità verso noi stessi e gli altri.. Passeggiando tra i palazzi scorgo un parco, un prato, intravedo un giardino e cerco la strada per giungervi.

In estate per trovare refrigerio all'ombra di un albero, in primavera per ammirare le sorprese della nuova stagione, in autunno la poesia delle foglie che cadono e il silenzio in inverno. È impossibile pensare ad una città in cui non si possa vivere lo "spazio esteriore" di un oasi verde.

Goethe afferma " L'occhio trova nel verde un autentico appagamento (…) occhio e anima riposano su questo composto, di giallo e blu, come se si trattasse di qualcosa di semplice."

Perché è inimmaginabile rinunciare a questa semplicità apparente ?

Il verde è il colore del respiro tra il cielo e la madre terra. Manifesta l'armonia, l'amore e l'equilibrio tra gli elementi, aria, acqua, terra e fuoco; è l'immagine dei processi fisici che permettono il ricambio dell'aria, è fonte di cibo per esseri umani e animali. Non è solo spazio esteriore, ma pensandoci con sensibile attenzione è anche la dimensione interiore in cui troviamo riposo, pace e appartenenza al mondo della natura rigenerando i nostri corpi sottili. È il colore del cuore, in cui palpita la relazione d'amore tra noi e il mondo.

Rudolf Steiner, nell'Essenza dei colori approfondisce con dedizione la conoscenza del verde, arrivando ad una definizione semplice ma al contempo misteriosa : il verde è l'immagine morta della vita, è l'immagine di processi biochimici già avvenuti nel regno vegetale. A differenza del rosso, il giallo e il blu (colori primari) che hanno una volontà propria, splendono, il verde è l'immagine di un processo già avvenuto nel mondo vegetale. Come nel carbone, il nero è l'immagine di un processo trasformativo del legno, quindi il nero è l'immagine spirituale di ciò che è morto.

Mettendo in relazione il verde con gli altri colori, possiamo constatare la differenza di visione di una margherita bianca o un papavero rosso nel verde del prato. Infatti, nel primo caso un sentimento di candore e purezza ci pervade, nel secondo sia l'uno che l'altro colore saranno in esaltazione reciproca, come osserveremo più avanti in un'opera di Renato Natali.

Quindi il verde suscita in noi sentimenti differenti se in accostamento ad altri colori.

Come nostra consuetudine faremo una breve passeggiata nel mondo delle opere d'arte, per scoprire come il verde si esteriorizza per mano di artiste e artisti. Augurandomi di essermi imbattuta in opere significative, consapevole dell'immenso mare che andiamo a navigare, vi auguro una buona lettura.

Tamara de Lempicka, "Ragazza in verde", 1930-31
Tamara de Lempicka, "Ragazza in verde", 1930-31

"Ragazza in verde" Tamara de Lempicka opera realizzata tra il 1930 e il 1931. La sua audacia pittorica lascia stupefatti per l'originalità. Il verde vivo e intenso desta lo sguardo in un ritmo di sfumature differenti, diventando sostanza corporea, la pancia e i seni non sono semplicementi ricoperti da una stoffa verde, ma diventano verdi nella sostanza, superando il concetto di aderenza della veste. Il vento muove i motivi in verde illuminati dal sole. Quale respiro suscita in me questa visione? Il soggetto forse trattiene il fiato?

Il ventre ci svela una leggera rotondità, come se fosse una mela verde e riflette un'immagine surreale dell'artista belga Rene Magritte.

"La camera d'ascolto" 1958, in cui la grande mela occupa tutto lo spazio sonoro, invaso da una forma che annulla ogni possibilità di accoglienza e quindi d'ascolto. L'immagine ci investe anche interiormente, stimolando in noi interrogativi e punti di sospensione.

Rene Magritte, "La camera d'ascolto", 1958
Rene Magritte, "La camera d'ascolto", 1958

Ancora Renè Magritte con "La bella stagione" ci sorprende per la singolarità del concetto: entriamo in una dimensione surreale di forme e colori, ma al contempo la sua acutezza ci dona significati profondi. La foglia trattiene in sé la forma dell'albero, l'aria che respiriamo è metabolizzata dalle foglie, perciò il cielo respira attraverso di esse ed ecco che l' artista dipinge un cielo di foglie azzurre. Il genio si manifesta con destrezza, attraverso panorami mai visti, il verde e l'azzurro diventano il respiro degli alberi in questa dimensione "impossibile".

Renè Magritte, "La bella stagione", 1961
Renè Magritte, "La bella stagione", 1961

Dopo l'assaggio della poetica surrealista incontriamo l'impressionista Guy Rose, "Il parasole verde" 1911: una donna vestita di un delicato blu dalle tante sfumature s'inebria di freschezza sulle rive di un lago anch'esso blu in cui il cielo si riflette.

Il parasole crea l'ombra e al tempo stesso illumina tutta l'opera grazie al verde primavera. Nella carezza tra il verde e il blu, un accostamento delicato, troviamo la quiete. La delicatezza nel dialogo dei colori dà vita al volto rosato e sano della donna. Vorremmo essere vicini a lei, immersi in questa natura fresca e risanatrice, forse possiamo anche noi sostare su quella riva.

Guy Rose, "Il parasole verde", 1911
Guy Rose, "Il parasole verde", 1911

Mentre nel dipinto di Felice Casorati "Il sogno del melograno" 1912, qualcosa mi sussurra di non disturbare, il dipinto mi "respinge" e quindi faccio un passo indietro.

Felice Casorati "Il sogno del melograno", 1912
Felice Casorati "Il sogno del melograno", 1912

Perciò, cerco e trovo la porta d'ingresso nel verde chiaro sopra di lei. Entro in punta di piedi nella sua dimensione onirica immersa nel verde scuro vibrante di vita del suo spazio interiore, sognante e privato. Madre terra è la donna vestita di fiori che dorme sui fiori, tiene in mano una melagrana simbolo di abbondanza, dolcezza, mistero di morte e resurrezione. La terra vive la sua resurrezione con la primavera e la sua morte con l'autunno. Il colore non è solo spazio esteriore ma confine, limite e porta tra due mondi, il sogno e la realtà, l'espiro e l'inspiro di un riposo nella braccia della natura.

Facciamo un salto nel modo delle emozioni. Dalla dimensione interiore di Casorati alla sfacciata mondanità del pittore livornese post-macchiaiolo Renato Natali "Veglione verde" 1922.

Renato Natali "Veglione verde", 1922
Renato Natali "Veglione verde", 1922

Nel dipinto di Natali trova spazio la teoria dei colori di Goethe. Il rosso e il verde, colori complementari, si esaltano a vicenda, per dar vita ad un'atmosfera inconsueta di festa. L'architettura verde ci spinge ad entrare nello spazio, coinvolgendoci emotivamente, diventando da spettatori a protagonisti sulla pista da ballo. Siamo nel quadro o meglio al teatro Goldoni, udiamo gli schiamazzi, la musica e le risate. L'artista ha il potere di dipingere suoni e rumori e ciò lascia stupefatti, il colore diventa suono.

Umberto Boccioni, "Stati d'animo che restano", 1911
Umberto Boccioni, "Stati d'animo che restano", 1911

Umberto Boccioni, non da adito a incomprensioni. Per l'artista futurista gli " Stati d'animo che restano" sono verdi, emanano malinconia. Le figure che s'intravedono, cercano conforto, vagano e ci coinvolgono in questo turbamento malinconico. Dipinge il trittico dedicato agli stati d'animo nel 1911. Osservando il dipinto resta un velo di mistero, è una storia svelata a metà, si cela altro, forse lo scopriremo in un tempo futuro.

L'arte, che passione! Immagini senza colpa che ci catapultano da un mondo all'altro di emozioni, come onde inaspettate.

Infatti, usciamo dallo spazio intimo e misterioso di Boccioni ed entriamo in quello paradisiaco di Nomellini.

Plinio Nomellini "Baci di sole", 1908
Plinio Nomellini "Baci di sole", 1908

Il sole che filtra tra le fronde rassicura gli animi e ricorda di un paradiso perduto, siamo come nudi e bambini di fronte alla terra, ma al tempo stesso protetti. Prima di poter navigare il fiume della vita e tenere il timone della barca ancora c'è da crescere, perdere la nuda innocenza. La donna dipinta di viola, in ombra e misteriosa, trattiene sulla riva il fanciullo. Il verde della terra è ancora giovane, come foglie appena nate e ci rassicura, solleva il nostro spirito. Arriverà la maturità, il bacio solare renderà i frutti maturi.

In questo brevissimo tragitto nel mondo del verde, nasce la consapevolezza della relazione profonda tra noi e la madre terra. In una trama di simboli, misteri, concetti e bellezza gli artisti rievocano, attraverso le opere d'arte, l'amore vibrante tra gli esseri umani e la terra. Il colore verde è anche il pigmento per dipingere i paesaggi interiori e le dimensioni intime dell'anima, sentimenti e stati d'animo.

William J. Leech " Il parasole", 1913
William J. Leech " Il parasole", 1913

Come in quest'opera di William J. Leech " Il parasole" 1913, l'ultima che andiamo ad osservare. Lei come sta? Mi chiedo. Nasce in me una naturale empatia guardando l'opera. Le mani si toccano, con un gesto poetico e armonico in un contatto tra se e se, sfiorando con la mente un ricordo. Dove sta guardando? O forse sta sognando.

Il verde del parasole smeraldino ha una nota di oscurità, mentre filtra la luce che risuona nei suoi occhi intrisi di speranza. C'è forse una musica in sottofondo? Anche in quest'opera bellissima il senso del suono è molto spiccato, grazie alla varietà dei verdi dipinti.

Attraverso il verde, quindi, è possibile perfino esplorare la dimensione sonora, le note che compongono le sinfonie della natura, del paesaggio e il suono delle acque smeraldine del mare interiore.

Con l'immagine dell'acqua verde smeraldo, concludo la nostra passeggiata artistica. L'oceano delle opere d'arte è molto vasto, artisti più conosciuti, artisti minori o coloro che non sono famosi, tutti nutrono l'immaginario collettivo. Lo fanno attraverso gesti, colori, sentimenti e pensieri, svelando gli archetipi del mondo, i segreti dell'esistere e dell'animo umano. La pittura è un atto d'amore profondo e potente, merita la nostra cura, inoltre è un'esperienza alla portata di tutti, ciò non va dimenticato. Essendo una pittrice e Arteterapeuta credo fermamente al potere benefico del colore. Prendere il pennello intingerlo nel pigmento e lasciare dapprima una traccia sul foglio, per comporre lentamente un dialogo tra i colori è un atto magico, sacro, devozionale, in cui impariamo ad ascoltarci, entrando nelle nostre dimensioni interiori sconosciute, trasformando la tenebra in luce. L'arte ha il potere di edificare l'amore nel mondo perciò è strumento per tutti noi.

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