27 Gennaio: il valore della memoria...

27.01.2021

di Beniamina Callipari

Un altro 27 gennaio è arrivato, un altro giorno per riflettere sugli orrori perpetrati dal nazifascismo e sulle conseguenze che l'orrore della Shoah ha avuto sul mondo intero. Non bisogna mai dimenticare ciò che è stato: la memoria di chi c'era, di chi ha vissuto quell'inferno di disumanità e perdita della dignità è uno strumento fondamentale da consegnare in mano ai giovani d'oggi che hanno il dovere di guardare indietro per poter andare avanti, per non cadere negli errori del passato e diventare responsabili uomini del futuro, degni di essere chiamati tali.

Ancora oggi il male compiuto in quel terribile periodo storico si riflette sui visi rugosi e segnati dal dolore di chi l'ha vissuto, superato e ne è testimone, volti che raccontano lo scempio e le privazioni di cui sono stati vittime in nome di un'assurda ed incontrollata ideologia.

Raccontare, narrare, mettere al corrente di quanto accaduto è un dovere per chi ne è stato incolpevole protagonista ma soprattutto per chi è venuto dopo. Tutti devono sapere che no, non è stato uno scherzo, non un'invenzione, non il frutto di una mente fantasiosa, ma verità pura, semplice, essenziale, nuda e cruda che smaschera il lato più brutale e abietto dell'essere umano, che svela a quale grado di intensità la sete di potere e il delirio di onnipotenza possano arrivare, fino a privare l'uomo di quelle che dovrebbero essere le sue caratteristiche intrinseche: i buoni sentimenti, il rispetto per la vita, la tolleranza, la cura dell'altro.

L'olocausto ci ha insegnato, invece, che l'uomo, spesso può smarrire la strada, può sboccare in percorsi che differiscono e stridono dalla sua natura, sentieri di violenza e disumanità, praterie di superficialità e di inciviltà, deserti di regresso e di devianza che lo allontanano dai principi del comune viver civile.

Quei "pigiami a righe" e quei numeri non sono scene di un film, ma sono vita vera, sono schiaffi in faccia, pugni nello stomaco, "filo spinato" che ferisce mortalmente il cuore, uno squarcio nell'anima che non smetterà mai di sanguinare finché esisterà ancora qualcuno capace di giustificarlo. Quel fardello di dolore e di ignominiose atrocità, quelle tra le più abiette che l'essere umano abbia mai potuto compiere sui suoi stessi simili, è un bagaglio che abbiamo il dovere di caricarci sulle spalle per essere consapevoli di ciò che non dovremo mai più essere, di ciò che potremmo diventare se il seme dell'odio continuerà a spargersi insensatamente e irragionevolmente.

"Il Giorno della Memoria", dunque, non può essere considerata una mera ricorrenza ma un momento fondamentale per riflettere sul coraggio, sulla forza, sull'impegno di chi ha lottato per noi, di chi ha sofferto, di chi è morto senza un preciso perché. 

Ricordare il passato significa soprattutto non scordare mai ciò che è accaduto prima di noi, gettare le basi per un futuro migliore, più decoroso e carico di umanità, come in un libro aperto tutto da scrivere, di cui non dimenticare mai la premessa.

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