A Milano presso Palazzo Reale “Goya-La ribellione della ragione”: un viaggio nell’animo del grande maestro spagnolo

17.11.2023

di Francesca Callipari


La fantasia senza il timone della ragione crea improbabili mostri: unita ad essa è la madre di ogni arte e di tutte le meraviglie che ne discendono.

Francisco Goya

Fino al 3 Marzo 2024 sarà possibile visitare una mostra davvero imperdibile dedicata a Goya, promossa dal Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e 24ore Cultura, in collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna in Italia, dell'Ente del Turismo Spagnolo e dell'Istituto Cervantes di Milano.

Curata dal Prof. Víctor Nieto Alcaide, l'esposizione, attraverso circa 70 opere tra dipinti, incisioni e matrici in rame, si pone come un'occasione unica per scoprire e approfondire il percorso di evoluzione del celeberrimo artista spagnolo che portò una vera e proprio rivoluzione all'interno dell'arte europea, anticipando di fatto elementi del Romanticismo e di diverse avanguardie dei secoli successivi.

L'Artista

Nato nei pressi di Saragozza, nella regione spagnola di Aragona, Francisco José de Goya y Lucientes, vissuto tra XVIII e XIX secolo, fu, infatti, un vero e proprio pioniere dell'arte moderna, nonché una delle personalità più affascinanti della storia dell'arte.

Come affermato dal curatore: "Più che una semplice antologica, la mostra è un progetto tematico volto a ripercorrere le stagioni artistiche del pittore che rappresentava gli eventi attraverso un linguaggio estremamente espressivo, utilizzando la pittura non per rappresentare, ma per esprimere. Nelle sue opere si percepisce lo stato d'animo".

Effettivamente la sensazione che emerge nel corso della visita è proprio quella di entrare nelle profondità dell'animo di Goya, percependo sempre più le sue idee, il suo approccio e il suo pensiero nei confronti dell'arte e degli eventi storici di cui fu testimone, potendo così comprendere forse ancor di più la sua ricerca artistica.

Il percorso espositivo

L'esposizione si sviluppa attraverso sette sezioni tematiche che guidano passo dopo passo lo spettatore a comprendere le trasformazioni subite dalla pittura del maestro spagnolo che giunse ad un linguaggio innovativo e di rottura nei confronti della tradizione.

Partendo da lavori ancora legati al Classicismo e al Rococò, impostati su temi scelti dalla committenza, Goya approdò ad uno profondo mutamento stilistico oltre che tematico, facendo emergere il suo pensiero, fissando nelle opere la propria interpretazione critica e morale nei confronti della società del suo tempo e manifestando contemporaneamente una forte necessità di "spogliarsi dei vincoli della committenza per poter dipingere liberamente".

La mostra si apre con alcuni lavori dei primi anni di attività di Goya, quali ad esempio Annibale vincitore che rimira per la prima volta dalle Alpi l'Italia, un dipinto che ancora tradisce l'influenza di artisti come Mengs o Tiepolo, contraddistinto da colori tenui, rosati e vaporosi. Si tratta di una preziosa testimonianza del soggiorno romano di Goya, risalente al periodo compreso tra il 1770 e il 1771, che fu certamente molto importante per l'evoluzione successiva, grazie ai contatti che l'artista ebbe con celeberrimi maestri come Piranesi, avendo la possibilità di ammirare, tra l'altro, le opere di artisti quali Fussli, Salvator Rosa e molti altri che furono sicuramente di grande ispirazione per la produzione successiva.

Annibale vincitore che rimira per la prima volta dalle Alpi l'Italia
Annibale vincitore che rimira per la prima volta dalle Alpi l'Italia

Tra i lavori esposti nella prima sala, si può ammirare, inoltre, il celebre Autoritratto al cavalletto del 1785, unico autoritratto dell'artista a figura intera, contrassegnato da un bellissimo effetto di controluce, che già evidenziava, in qualche modo, un elemento di contrapposizione in confronto alla ritrattistica classica.

Procedendo verso le successive sezioni, appare palese come la pittura di Goya converga a poco a poco dalla luce alle tenebre, dai dipinti in qualche modo più vicini alla pittura del suo tempo alla pinturas nigras, carica di realismo e di temi cupi, volti ad evidenziare la crudeltà e l'orrore della guerra, manifestando al tempo stesso un sentimento di pietas nei confronti della gente povera e reietta.

Furono questi gli anni dei suoi Caprichos, nei quali ritraeva satiricamente la società becera del suo tempo, del ciclo "I disastri della guerra" o di opere ritraenti manicomi o scene di inquisizione, nelle quali l'artista manifestava tutta la propria sensibilità e la profonda capacità di ascolto dell'animo umano, dando voce al disagio interiore, nonché alla sofferenza brutalmente fisica dell'essere umano.

Questa contrapposizione tra luce e tenebre, è altresì ben enfatizzata anche nella videoinstallazione che chiude il percorso espositivo, incentrata sulla produzione grafica dell'artista, a cura di NEO, dove si alternano immagini di incisioni e immagini delle matrici, quasi a voler creare un dialogo tra positivo e negativo dell'immagine stessa.

Luce e tenebre: il dissenso contro ogni guerra

Una delle novità e delle attrattive più importanti di questa mostra è sicuramente l'esposizione delle incisioni con accanto le relative matrici, che restaurate per l'occasione, rappresentano dei veri tesori perché ci permettono di studiare più da vicino lo stile e la poetica dell'artista. Tra tutte le opere, è proprio nelle incisioni che ritroviamo la più intima visione di Goya, che qui potette esprimersi liberamente, dando sfogo alle proprie sensazioni nei confronti del mondo circostante.

Sebbene non manchino temi di costume, le incisioni sono quelle nelle quali si riscontra il maggior peso politico e ideologico relativamente alla critica dell'artista nei confronti della guerra.

In un periodo storico come quello odierno, contraddistinto in primis dai conflitti tra Israele e Hamas e tra Ucraina e Russia, ecco dunque che le opere di Goya appaiono quanto mai attuali, rimarcando se mai fosse ancor necessario, l'irragionevolezza delle guerre e le sue atroci conseguenze, di fronte alle quali l'intera umanità si perde… Come Goya abbiamo bisogno di gridare forte il nostro grido di dissenso e di dolore contro ogni guerra che uccide vite e genera mostri che rimarranno per sempre negli occhi e nella mente di chi sopravvive.

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